venerdì 30 luglio 2010

SONO NATURATO (ma manco troppo)

-OGHI CHE POSSO FARE? FATTI AIUTARE ALMENO STAVOLTA!- -OK MA SOLO
PERCHE' E' TARDI, SONO LE SETTE E DEVO PREPARARE ANCORA TUTTA LA CENA-
Io trito una capoccia di insalata e Alex, non molto esperto in cucina
arranca con la carne fresca di pecora..OOGHI, alta magra e con occhi
smandorlatiè una macchinetta, impasta acqua e farina di riso con lo
stile di un pizzaiolo napoletano mentre carica la stufa con letame e
legno secco. -SEI VELOCE!- mi dice lei e passandomi il mattarello mi
chiede se so stendere la pasta.. -HEI..SONO ITALIANO..- spavaldo
faccio quattro quattro sfoglie sottili da cui lei ricava una
cinquantina di discetti ritagoliati con la bocca di un bicchiere. -MA
CHE CE FARA' CO STE FRITTELLE?!- In una bacinella mischia riso

bollito, carne sminuzzata e l' insalata e accuratamente mi spiega:
-MEZZO CUCCHIAIO D' IMPASTO AL CENTRO DEL DISCHETTO, 1,2,3 ORECCHIETTE
VEDI? DEVONO ESSERE CINQUE E BENH CHIUSE!- -FANTASTICO! MI SONO SEMPRE
CHIESTO COME SI FACESSERO I RAVIOLI AL VAPORE- Io, Alex, Ooghi e Cimba
ceniamo su quattro microsgabelli di legno intorno al tavolino della
nostra GHER che una famiglia nomade ci mette adisposizione in cambio
di pochi soldi. Mi sento parte di una nuova piccola e nuova famiglia
sperduta nel chissàdove; alle dieci è quasi buio e nel silenzio della

Mongolia centrale a trecentocinquanta chilometri da UB city non c'è davvero una mazza da fare..una birra, giro di sigarette (mie) e sciottini di vodka sono sempre i benvenuti e qui, come in Russia, non
ci vanno leggeri. L' aria fresca e secca fa evaporare quei macchinosi
pensieri che ci avvolgono continuamente nel mondo civilizzato, penso a
quanto sia inutile dannarsi coi problemi di BERLUSCONI o i cento
chilometri al giorno nel traffico di Roma a rincorrere l' ennesima
marionettata del sindaco, a quante sere mi sono accorto di essere un
manichino immobile a bocca aperta davanti a un programma che nemmeno
sto guardando. Tiro dentro un profondo respiro e dal naso mi esce l'

INPS, l' IVA, i TaSSISTI CAFONI e quella sensazione di camicia di forza
e respiro strozzato che attanaglia noi, civilizzati, democratici, noi
che lavorimo per una vita per un mese all' anno di vacanze a Porto
Ercole e ci immoliamo in feste, aperitivi cene e discoteche per poi
sentirsi soli anche in mezzo alla folla, a volte, in mezzo a chi ci è più vicino..

2 commenti:

  1. AMEN!
    ....certo che leggerti appena tornato a lavoro ed indossato il camice bianco di forza non è che mi aiuti tanto, ma è sempre bello sentirtti!
    Daje

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