sabato 31 luglio 2010

CARBONCINI CINESI

Come dice Cecilia, la mia collega di Roma: -in Cina il NEGRO sei tu-
ed è vero, non in termine dispregiarivo, non per offendere una razza
diversa ma solo per accentuare una differenza tanto profonda che è
direttamente proporzionale alla loro numero di abitanti. Sbarco a
Datòng all' alba e subito un cinese mi piazza in camera co uno
svizzero di zurigo in uno squallido ma economico alberghetto accanto
alla stazione, la prima impressione è -MAZZA CHE PALAZZONI NON ME
L'ASPETTAVO-, la seconda, dietro ai palazzoni -MAZZA CHE PUZZA DI
FOGNA, MONDEZZA MACHE E' NA CAROGNA- una zozzeria infinita allaga le
viuzze parallele alla trafficatissima via centrale. DATONG, 2 milioni

di abitanti che respirano tonnellate di nicotina e vivono di aerosol
naturale..fornito direttamente dalla vicinissima miniera di CARBONE:
la più grande della Cina. In due giorni e mezzo ho visto il colore del
cielo per un' ora al massimo, una cappa di sudore e cenere ingloba la
città..ma nessuno di loro sembra accorgersene. Io, la sera già ho il raschio in gola. La cosa davvero inquietante della miniera è che i minatori e le loro famiglie vivono proprio li, all' uscita del buco principale da cui estraggono tutto, c'è una cittadella con barbiere, supermarket, dentista venditori di cfrutta al carbone, qualche
banchetto che fa carne sul barbecue e una schiera di una ventina di
palazzetti a cubo comunisti, il tutto in mezzo al fango visto che
manco la strada gli hanno asfaltato.. Ovviaamente ero l' unico faccia
da occidentale a camminare per quelle viette a quindici chilometri
dalla città. Proprio lì due chilometri più avanti invece..le YUNGANG
CAVE..-MAMMAMIA CHE ROBBA, MA COME HANNO FATTO E' INCREDIBILE, TROPPO
FICO- La cosa turistica qui sono queste cinquanta grotte di tutte le
dimensioni da un metro a bo, una trentina credo..scavate a mano..e con
dentro altrettanti, anzi molti di più BUDDA scavati nella roccia,
BUDDA GIGANTI ti guardano dall' alto con una faccia serena e
amichevole..-MI SA CHE STI BUDDA NON ERANO CINESI..- Però alle cave ho
incontrato un' allegra famigliola che mi ha pregato di fare la visita
con loro, contentissimi, hanno voluto la foto con me e quasi tutte le
statue..che stress. Loro fanno foto a non finire come i giapponesi
Roma. Mangio cinese..da paura, qui è davvero un' altra cosa, lo dicono tutti ed è verissimo! Noodels con porco e germogli di soia,
tofu alla griglia, piedi di maiale.. un' altra cosa che non s'è capito
cos'era ma deliziosa, ancora verdurine..tè a non finire..ravioli al vapore..OTTO euro. SVOLTA. -MA DAI COSTA ANCORA MENO CHE IN ITALIA!-
Lo svizzero annuisce co la panza piena.. a cena invece HOT POT! -MA
CHE SARA'?- allora ogni posto a tavola ha una resistenza integrata nel
tavolo che non vedi..è sotto la tovaglia, ti ci mettono una pentola
con brodo, varie erbe, pannocchia.. e poi ordiniamo: funghi pollo
crudo manzo crudo tofu normale e tofu spugnoso che schifezza, verdure

sconosciute a tocchetti e a fette, germogli giganti di soia e qualche
altra cosa che bo non ricordo, in più, una salsina grigia, un po'
densa, con erbetta cipollina sopra: si chiama CATSUP sul menù, proprio
scritto così. Lo svizzero chiama la cinesina sempre sorridente e mi fa
ammazzare dalle risate, la guarda dietro ai suoi occhiali un po' unti
e indicando la ciotola gli fa MIAOO MIAOOOO e ride ride anche lui..
infine ci convincono che è una salsa fatta co arachidi..c'è
effettivamente una retrogusto e non so che altro..vabè.. A DATONG mi
alzo sempre all' alba, il pomeriggio l' afa è come a Roma ma rimpiango il motorino, esco in canotta, tanto qui è normale e mitigo pure lo sbalzo che c'è tra le braccia nere e le spalle

fosforescenti.. all' alba è fichissimo, c'è poca gente, pochi clacson..qui hanno la mania di suonare suonare -MA CHE CAZZO TE SONI DICO IO!! SUONA STO CINESE PURE SE NON C'E' NESSUNO! SUONANO TUTTI- tranne la mattina. Dalle 6 alle otto sono persone normali, hanno due ore di autonomia prima di
impazziree diventare degli zozzoni intenti a sporcare sputazzare e
scaracchiare ovunque. In quelle due ore di mattina sono allegri e
felici, li vedi DAVVERO OVUNQUE, sulla porta di casa o all' incrocio
al semaforo rosso o sul marciapiede che fanno stretching, alcuni
camminano all' indietro.. -CHE TAJO- altri da oli o in gruppo ma
sempre dove capita fanno TAI CHI'. Good morning col TAI CHI, fico. Io
faccio colazione con dei ravioli di pastella cotti al vapore e un
pizzico di carne ovviamente..buonini, e in un cortile becco un' altro
sport: uomini e donne palleggiano un dischetto di gomma co le piume
attaccate, una specie di pallina del volàno. Io so una pippa e faccio
di tutto per non fare brutta figura, sono italiano, il calcio..niente,
le donne sono più brave di me, anzi, alcune sofortissime: ginocchio,
piatto e la ridanno di tacco. APPLAUDO, e me ne vado.

TRENO UB CITY - DATONG

7.00 am - Sorpresa delle sorprese il treno cinese che tra un' ora mi
lascerà a DATONG è meglio di tutti quelli russi messi insieme! Però
sono in seconda classe..lo so..ma non c'era altro..pulitissima
cuccetta a quattro posti ognuno dotato di schermo lcd, tè in camera e
bagno extralusso con tavoletta di l e g n o! Preso dall' entusiasmo ho
passato due ore nel vagone ristorante: insalatina di germogli di soia
-EVVIVA SI COMINCIA AD ASSAPORARE QUALCOSA DI CINESE- bocconcini di
manzo con riso saltato e verdure alla julienne, zuppa di ..bo, sembra

quella agli asparagi della knorr ma ci sta tutta, e , gran finale,
rimango a bocca aperta..PASTARELLA AL CIOCCOLATO CON TANTO DI GLASSA.

In un attimo ero nella pasticceria da ZIO a testaccio a farmi fare il
vassoio della domenica -5 AL CIOCCOLATO..FAI SEI VA', TRE AL CAFFè TRE CO LA PANNA, CANNOLI, ARAGOSTINE E POI FAI TE, COMUNQUE CREME E QUALCHE FRUTTA..AH! IL DIPLOMATICO CHE SE SE NO' MAMMA..- La
pastarella cinese è una vera delusione..facile. Ventisei ore di
viaggio di cui sei fermi tra le due dogane per la sostituzione dei
carrelli ferroviari, i cinesi si sà..so più piccoli.., doppio
controllo passaporti e bagagli..i miei ovviamente. Alla ventiduesima
ora un sole opaco spunta dietro un muro di nebbia, un disco arancione
netto e magnetico come l' occhio di SAURON si fa guardare fisso come
in un' eclissi ma senza occhiali da sole. C'è un grigio naturale denso che sgorga dalle numerose ciminiere e rimane immobile dando vita alla
temutissima atmosfera cinese..

venerdì 30 luglio 2010

SONO NATURATO (ma manco troppo)

-OGHI CHE POSSO FARE? FATTI AIUTARE ALMENO STAVOLTA!- -OK MA SOLO
PERCHE' E' TARDI, SONO LE SETTE E DEVO PREPARARE ANCORA TUTTA LA CENA-
Io trito una capoccia di insalata e Alex, non molto esperto in cucina
arranca con la carne fresca di pecora..OOGHI, alta magra e con occhi
smandorlatiè una macchinetta, impasta acqua e farina di riso con lo
stile di un pizzaiolo napoletano mentre carica la stufa con letame e
legno secco. -SEI VELOCE!- mi dice lei e passandomi il mattarello mi
chiede se so stendere la pasta.. -HEI..SONO ITALIANO..- spavaldo
faccio quattro quattro sfoglie sottili da cui lei ricava una
cinquantina di discetti ritagoliati con la bocca di un bicchiere. -MA
CHE CE FARA' CO STE FRITTELLE?!- In una bacinella mischia riso

bollito, carne sminuzzata e l' insalata e accuratamente mi spiega:
-MEZZO CUCCHIAIO D' IMPASTO AL CENTRO DEL DISCHETTO, 1,2,3 ORECCHIETTE
VEDI? DEVONO ESSERE CINQUE E BENH CHIUSE!- -FANTASTICO! MI SONO SEMPRE
CHIESTO COME SI FACESSERO I RAVIOLI AL VAPORE- Io, Alex, Ooghi e Cimba
ceniamo su quattro microsgabelli di legno intorno al tavolino della
nostra GHER che una famiglia nomade ci mette adisposizione in cambio
di pochi soldi. Mi sento parte di una nuova piccola e nuova famiglia
sperduta nel chissàdove; alle dieci è quasi buio e nel silenzio della

Mongolia centrale a trecentocinquanta chilometri da UB city non c'è davvero una mazza da fare..una birra, giro di sigarette (mie) e sciottini di vodka sono sempre i benvenuti e qui, come in Russia, non
ci vanno leggeri. L' aria fresca e secca fa evaporare quei macchinosi
pensieri che ci avvolgono continuamente nel mondo civilizzato, penso a
quanto sia inutile dannarsi coi problemi di BERLUSCONI o i cento
chilometri al giorno nel traffico di Roma a rincorrere l' ennesima
marionettata del sindaco, a quante sere mi sono accorto di essere un
manichino immobile a bocca aperta davanti a un programma che nemmeno
sto guardando. Tiro dentro un profondo respiro e dal naso mi esce l'

INPS, l' IVA, i TaSSISTI CAFONI e quella sensazione di camicia di forza
e respiro strozzato che attanaglia noi, civilizzati, democratici, noi
che lavorimo per una vita per un mese all' anno di vacanze a Porto
Ercole e ci immoliamo in feste, aperitivi cene e discoteche per poi
sentirsi soli anche in mezzo alla folla, a volte, in mezzo a chi ci è più vicino..

Censura

Come tutti sanno la Cina censura un po' tutto..anche il mio blog, o meglio tutto blogspot e tanti altri blog proveniente dal west side. Fortunatamente esiste un modo di saltare il MEGAFIREWALL imposto dalla loro 'Repubblica Popolare' (http://pimpmyip.org o simili..) ma la visualizzazione non è perfetta, mancano delle opzioni e non ho la possibilità di impaginare.. scusate il disagio..!

IMPRESSIONI MONGOLE

Sono passati ormai sette giorni.. non ricordo più quello che volevo
scrivere..vabè.
Devo dire che questo paese ha davvero un fascino particolare, ci
vivono tre milioni di persone di cui la metà nella capitale ULAN
BATAAR e l'altra metà sparsa quà e là in una superficie pari a due
Italie, una Germania e una Francia messe insieme. UB City, il nome
ufficiale che usa la gente qui, è forse la città più ex comunista
dell' Asia. Strade e facce degli uomini sembrano essere sempre coperte

da un velo di polvere che di continuo rimanda all' aridità della terra
di questo paese ogni anno sempre più risucchiato nel grande GOBI. E'
si, i cinesi in qualche modo se la devono prendere sta Mongolia e se
non ci sono riusciti nella storia perchè ricacciati dal mitico Jengis
Khan, ora ci sta pensando il deserto. UB city è un' ampia città
circondata da basse montagne, ripiena di squallidi palazzi fatiscenti

lebrosamente scrostati, grandi cortili comunisti con piccoli mongoli
che giocano nella sabbia, strade squassate e allagate al primo
acquazzone monsonico, lucidascarpe agli angoli della strada che danno
al tutto un' aria anni 20, cosparsa di ristoranti di tutte le etnie
asiatiche e di dubbia qualità igenica..il koreano è buono ma ti mette
il turbo.. UB city è anche traffico pazzo noncurante dei pedoni, puoi

aspettare anche un' ora sulle strisce ma le macchine non si fermano
mica, allora via, in mezzo alla strada tra i clacson a sperare che non
ti investano; gente vestita a cazzo di cane con gilè sgargianti sui
jeans i maschi e tacchissimi con i pedalini, le donne, spuntano dai
tombini per andare al piazzone centrale sotto il palazzo di vetro
fatto a vela e costruito ovviamente dai cinesi, succhiano ghiaccioli,
si fanno foto ricordo su squallide scenografie di plastica tipo banner
con su budda e chi va sui roller, chi in bici vestito da rapper, chi
vende girandole e chupa chups e chi sta in un angolo con gli
occhialetti da sole tondi a fare la jakuza locale.. Una città che
rincorre un modello di sviluppo proposto e finanziato dall' occidente
ma ovviamente con basi culturali e strutturali della più povera asia.
Oltrepassati i tre chilometri di centro triste, una moltitudine di
baracche riciclate riempie tutti i vicoli terrosi fino alla base delle
montagne, la sabbia nell' aria opacizza le sensazioni che si
accavallano nel vedere chioschi di cd e cassette intervallati a
venditori di pecore da macello, uomini che trascinano barili d' acqua
e land rover 4wd dai vetri scuri che planano sul mare di buche. Il
paesaggio cittadino più impressionante è dato dalle migliaia di GHER
ai margini della città. La GHER, o YURTA è la casa tradizionale dei
nomadi, cioè della metà della popolazione..è una tenda circolare di
sei metri di diametro per al massimo due di altezza, un capolavoro dei
tempi antichi che solo qui ancora esiste e resiste anche al lungo e
rigido inverno mongolo. Scheletro di legno, porticina colorata e un
foro centrale sul tetto da dove esce il tubo di scappamento della
stufa/cucina che va a cortecce e merda secca di cavallo, si scalda in

un attimo e cucina al vapore, il tutto è coperto da strati di feltro
legato da metri di trecce di crine di cavallo. Uno spazio comune di
ventotto metri quadri di salone cucina e camera a tre letti, bagno
rigorosamente esterno..la mitica fossa comune non manca mai e il
lavandino da caricare col mestolo dà acqua a coda di topo. Ho visto
tanto spirito familiare che neanche i meridionali sanno cos'è.. ah, l'
inverno, mi dicono, ci stanno anche le caprette più deboli..mah!

sabato 24 luglio 2010

DI RAZZA CIU'

Sceso dalle 12 ore del super pullman DAEWOO che doveva essere quello bello..di lusso mi avevano detto, praticamente come uno di Roma ma con i sedili morbidi e tante tendine colorate, e dopo aver cambiato 2 posti, il primo perchè in due avevamo lo stesso numero ed il secondo perchè l' autista m' aveva messo accanto all' unico buriato ubriaco che dormiva emanando vapori di vodka e con il filo di bava che pendeva dalle labbra, ho trovato posizione vicino al finestrino, sulla ruota posteriore quindi rannicchiato come un orso dentro la tana di una marmotta.. Io e gli altri due unici turisti finlandesi diretti in Mongolia siamo stati catturati da un procacciatore di turisti occidentali pronti, secondo lui, a spendere e spandere. In un discreto italiano mi offre: casa, tour in città, tour in campagna, consigli vari sui borseggiatori.. infine uscita a cavallo aggiungendo: -E Se VUOI POSSO AFFITTARTI ANCHE LA SELLA!- Ho sbiancato. L'ultima volta e' stato a Pescasseroli con la mia famiglia, forse avevo 12 anni non ricordo ma il primo cavallo era bello lucido e al passo, il secondo era cavallo pazzo a centrocampo. Da quel giono il maneggio è stata zona OFF LIMITS. Terzo giorno in Mongolia, nove del mattino, steppa a perdita d' occhio e nutriente colazione di caffè in polvere, latte in polvere, pane e marmellata, frittelle di uova e farina..i mongoli mangiano in quantità industriale..immaginate che botto che ho fatto. OGHI, la guida, ci dice: -STAMATTINA SI VA ALLE CASCATE, A CAVALLO! SAPETE ANDARE A CAVALLO VERO?- Perchè qui se non sai cavalcare non sei mica un uomo completo. Ieri al Naadam c' erano bambini di sei anni colla pettorina numerata che frustavano avidamente le loro bestie per arrivare primi, sì perchè non gli bastava andare al galoppo -DI PIU'! CIU'! CIU'!!- D'altronde al Naadam si corre per vincere come in qualsiasi altra gara. Ok, e il mio destriero ci guardiamo negli occhi, io vagamente preoccupato e con lo stomaco ancora sottosopra per colpa di CIMBA il nostro autista che ha voluto festeggiare la nostra micizia con birra alternata a vodka. Almeno ho dormito profondamente su quello scomodissimo letto di legno.

LA LEZIONE: 1- NON FARE FOTO MENTRE SEI A CAVALLO.. e vabè. 2- PER FERMARTI TIRA ENTRAMBE LE REDINI..un vecchio cordino sega mani 3- PER GIRARE TIRA A DESTRA O A SINISTRA 4- PER ANDARE BASTA DIRE: CIU'! -EPPURE SONO LE DIECI DEL MATTINO QUESTO CAVALLO DOVREBBE ESSERE BELLO FRESCO- niente, non vuole camminare, duecento metri e si abbuffa di erbette secche -CIU' CIU'!- Ogni tanto riparte ma scuote la testa, io dico ciu' e lu dice no! Cascate bellissime, ma anche le uniche della Mongolia, insomma alle Marmore gli fanno una sega. TAMA è il boss che ci porta in giro, un ragazzo dalla faccia simpatica che non capisce una parola d' inglese vuole proprio farmi vergognare e mi trascina legando il mio cavallo al suo.. Alex invece è al quinto giorno di pratica e va come un razzo, -CHE INVIDIA CAZZO, BELLO CAVALLO NON FARE CAZZATE MA ALMENO UN PO' CAMMINA NO?- Un' ora dopo noncicredevo manco io -CIU' CIU'!- lo frusto a manetta sul collo con le redini, -SONO JOHN WAYNE NELLA PRATERIA! DOVE SONO GLI INDIANI!? IL CAVALLO E' UNA FIGATA PAZZESCA STO GALOPPANDO YUHUUU! AHH! UIIHUUU! BELLO CAVALLO VEDI CHE UN PO TI PIACCIO TU MI PIACI SA?- Guadiamo ruscelli e scavalliamo antiche colate di lava che chissà quante migliaia di anni fa bruciavano per chilometri, questa è la mongolia centrale, grandi valli tra montagne e vulcani che esplodevano spruzzando massi incandescenti disseminati ovunque..e che hanno attentato alla coppa dell' olio della nostra macchina ieri.. Adoro i cavalli, non pensavo, e tralasciando i polpacci in fiamme, il culo quadrato e la frittata di palle..penso che ci tornero' presto!

mercoledì 14 luglio 2010

LA BABA DI TUYANA

-Ciao Lè, ciao Nì!- La vecchietta del sesto piano del mio condominio a Testaccio, piccolina, magrolina e traballante sulle gambe stanche mi sorride sempre quando ci incrociamo per il quartiere o più di frequente all' ingresso dell' ascensore e con la sua voce un po' sdentata mi dice: -ciao lè!- ed io: -ciao nì!- E' la tradizione che si aveva a Roma e che è rimasta solo in alcune nonne deli quartieri popolari, "deli" fa più coatto no? E così penso alla Baba Buriata di Tuyana, dove baba sta per bàbushka, cioè nonna, e nessun bambino chiama la propria nonna bàbushka. Mi ci porta lei a farle visita così che possa conoscere ed entrare in contatto con un vero rudere rurale della valle Tunka. Chissà, sarà un' anziana venerata dalla famiglia e dai nipoti, seduta in poltrona con le cambe varicose e il solito tè verde al latte di pecora che si bevono da queste parti.. Rumori secchi provengono dal retro della casa, Tuyana cammina come me nel tempio buddista il chè mi fa pensare che questa nonna deve essere un po' incazzosa; -è lei?- mi chiedo appena giro l'angolo, vestaglia nera, pelle cadente e capelli corti argentati sta violentando grossi ciocchi di pioppo con l' accetta, la fa a pezzi come un uomo affamato con una capretta nella preistoria, ci guarda coi suoi occhi piccolini e saluta la nipote senza troppo affetto blaterando qualcosa in russo, a me non mi caga di striscio. La casa è..davvero in divenire, ma stanno facendo dei lavori, diciamo che una parte la stanno ancora tirando su, è tutta di legno, senza porta, senza finestre, col pavimento di travi non tutte fissate, come una veranda.. Ci accomodiamo a un tavolaccio con intorno il barile dell' acqua..il lavandino fai da tè, scarpe varie e altre zozzerie di campagna. Ecco nonna buriata che arriva con una pentolaccia di rame e ci scodella la merenda delle quattro e mezza: brodo con pezzi di pollo, patate, cipolle e spaghetti che non so come abbiamo mantenuto quella forma visto che in bocca si squagliano come crema..ecco il tè al latte e come contorno pane burro e cipolle da mangiare a mozzichi.. -Ma li mortacci la cipolla se la mangiano come noi i finocchi o le carote!- Mi brucia nel naso e mi si lucidano gli occhi e, anche se tutto l' insieme no è male, magari un po' pesante, come fai a dire di no a una nonna così premurosa. Anche Tuyana non è entusiasta ma evidentemente si fa così e si finisce tutto. Guardando Baba da vicino è devvero fichissima, è color miele di castagno e a giudicare dalla profondità delle rughe mi sa che l' ha investita un aratro, da piccola. Aimè da queste parti la superstizione è ai massimi livelli e mi viene vietato di scattare..tanto è sempre così, le foto più belle sono sempre nella testa.

IL PICCO DELLO SCIAMANO

ARSHAN è la cortina siberiana. Villaggio alle pendici dei monti xxx nella Tunka Valley, meta di escursionisti ed arrampicatori che si avventurano nelle desolate montagne carichi come muli trasportando tende, viveri, e un immenso piacere di perdesi nella natura. Arshan è pero' anche meta di vacanzieri Russi bianchi, si bianchi perchè da queste parti i russi sono perlopiù BURIATI, mi fa troppo ridere Burazi e Curazi..hihi.. I russi bianchi che vengono da queste parti sono gente di città, vengono coi loro macchinoni suv giapponesi e koreani di importazione, quindi tutti con la guida a destra, per rilassarsi, fare brevissime passeggiate ma soprattutto bere tanta tanta vodka mangiando pozi e shashlik.. Dopo i primi due giorni passati a riposare, camminare e bere acqua minerale dalla fonte..la fonte è una rumorosa cascata potabile a 2 chilometri dal paese, mi interesso alla cultura buriata, mezza mogola, buddista. Qui tutti sono buddisti, tutti tranne me. Bello e splendente il Datsan (tempio) mi appare in una radura che si apre nel bosco, si respira una sana serenità buddista che mette un po' ansia, cammino così piano che non disturbo manco i grilli, ma lui mi sente ed esce fuori dal tempio. -Deve avermi percepito..si sa che i buddisti hanno il terzo occhio. -Il Lama è tutto giallo e arancio e mi guarda dalla soglia, cammino ancora più piano, magari l' ho disturbato mentre levitava..! -Location davvero azzeccata per meditare! forse mi ha visto dalla finestra però..- penso, mentre delle zanzarone zebrate mi stanno mangiando vivo.. Quest' aria tibetana mi fa venire voglia di sapere qualcosa di nuovo, qualcosa che non so, di futuro..Al centro informazioni mi prenoto per incontrare il famigerato Sciamano locale, ma non è stato semplice. La guida, Tuyana, buriata, mi chiede sorpresa il perchè, -Hai de problemi? in famiglia? con il lavoro? Di cosa devi parlare con lo Sciamano?- Da noi ci sono quelli dei tarocchi, a piazza Navona o a piazza Colonna che ti imbastiscono sciamanate varie leggendo le carte o la mano e liquidandoti per il cliente successivo, io una volta ci sono stato; qui ad Arshan, c'è gente che si fa i chilometri per incontrare il santone che in cambio vuole cinquecento rubli e un regalo..vodka! Hai capito lo Sciamano!! E allora via compro la DOBRAIA 999, è la più costosa..cinque euro.. perchè dentro ha una placchetta d'argento. L' avevo provata il giorno prima quando alle cascate miracolose tre russi mi avevano scambiato per il Pippo di Disneyland facendosi a turno le foto con me..sai italiano.. pero' simpatici sti tre, dopo il pranzo insieme a fare shot shot..così dicono loro con ben due Dobraia, ravioli di carne e cipolla, zuppa...sempre quelle cose lì, volevano che alle nove li raggiungessi in disco.. macchè io alle cinque di pomeriggio già dormivo come mai fatto prima. I sogni sono stati un po' agitati però..avevo comprato una casa nuova a Roma, ma non sembrava Roma. Era di legno bianca con il tetto spiovente blu, tipo una cabina di Ostia ma col giardino davanti, l'avevo subito affittata per partire, sai il viaggio, l'aveva presa un cinese. Dopo un anno al mio ritorno vedo..-Ma è pieno di Cinesi! Cinesi dappertutto!!- Avevano costruito tutto intorno una schiera di pagode enormi e anche casa mia era fatta a pagoda! L'incubo: non me la volevano ridare, ormai erano dentro e s'erano presi casa mia, maledetti cinesi erano migliaia in quel quartiere che avevano tirato su in un solo anno. Ma io che sono scaltro ho un' idea geniale e malefica. -Che la vendetta abbia inizio!- Preparo il mio esercito di operai e muratori armati di mazzette e ruspe, un centinaio di coatti dai bicipiti enormi e canotta che possono dare libero sfogo alla loro repressione di uomini sottopagati e spazzare via tutto quello che trovano, compresi i cinesi che stanno sul mio divano di ikea. Non lo so cosa significa questo sogno ma il giorno dopo sono ancora più convinto che la visita dallo sciamano mi darà un segno che comunque avrei dovuto decifrare e adattare..non avrei mai potuto raccontarglielo tradotto dalla mia interprete.. Tuyana mi dà appuntamento alle dieci del mattino dopo ma..niente Lui è fuori, -ma come uno Sciamano che va in città?- mi cala un mito. Col suo libro buddista comprato nel Datsan di Ulan Ude, Tuyana mi legge però le avvertenze dell' anno che mi dicono: -è un buon anno ma stai attento alle ossa..- tiè, grattatina vaga sotto al tavolo ma poi ricollego il tutto e..ma allora..il due gennaio in montagna sono caduto sul ghiaccio facendomi davvero tanto male alla schiena, -e LORO già lo sapevano..-

IL VILLAGGIO SIBERIANO

Una cicciona bionda mi accoglie calorosa e mi spiega la casa. A sinistra la casetta di legno con la mia stanza e quella delle due inglesi anche loro ospiti da Olga, a destra la casetta di legno dove mangiamo noi, dove mangiano loro, e al piano di sopra dove dormono loro. in fondo al centro la casetta di legno in costruzione. In fondo a sinistra i due bagni esterni di legno alla turca.. e di fronte le docce fredde anche se con il serbatoio che dovrebbe scaldarsi al sole, orticello, piccola serra, galline insomma una casetta di campagna fai da tè simpatica semplice e funzionale, già mi piace, ispira un senso di tranquillità che ti riempie da subito, ti cattura e porta via le ultime tracce di sporco cittadino che proprio non vuoi più.Noi italiani siamo abituati alla varietà, ad avere le molteplici possibilità, e tante volte non ce ne rendiamo conto, anzi. Mi è capitato più di una volta di sentirmi chiedere dai russi quale fosse il mio pasto preferito, che è diverso da piatto. Perchè quando hai all' interno di un pasto una varietà di piatti pressochè infinita..guarda il talismano della felicità..diventa davvero difficile scegliere, a me i carciofi alla romana forse, no, calamari alla piastra, NO!Spaghetti co le vongole, me li so sognati sta notte, mio padre mi veniva a prendere in macchina e mi diceva: -ma perchè stasera, parti domani andiamo a farci una pasta co le vongole..- mammamia..mi sono alzato che c'avrei fatto colazione per quanto mi manca. Mi chiedo: -ma Roberto se la farà ogni tanto una pasta co le vongole? Ma come fa a resistere..- Tutti conoscono Rob, ma forse a qualcuno sfugge, ed è un peccato. Rob è un grande amico mio che quando era arrivato giù che più giù non si poteva ha tirato fuori da sè tutto il senso della vita che quel libro ci vuole dare. L'ho già finito quel libro sa, e l'ho lasciato a Krasnoyarsk, su una panchina, perchè il segno della sua presenza lo lascia anche se nessuno lo vede. "La fortuna non esiste" si chiama; per me la fortuna esiste eccome, ma non ci si può contare, esiste però il rimboccarsi le maniche della camicia e dei pantaloni e dare fino a morirne. Comunque, qui in Russia si mangiano sempre le stesse cose, patate, carne e cipolle, panocci co carne e cipolle, panocci con verdure, panini fritti co le stesse cose di prima, zuppa co patate carne e cipolle..'na fantasia..! Qui sul lago Baikal pero' è diverso perchè al menù si aggiunge..l' OMUL! che è pesce di lago affumicato. Bè Olga mi fa trovare un involtino di filetto di OMUL affumicato con una salsetta al formaggio credo e purè di patate che è davvero una delizia! E' l' unica variante che ho trovato fin' adesso ma sono entusiasta. Me lo pappo tutto co le due inglesine ed esco per il villaggio siberiano a vedere cosa offre di sera. Meno di una ceppa. Manco i lampioni per illuminare le strade sterrate tra le catapecchie storte, un laghetto putrido intorno a cui pascolano delle vacche sempre e comunque magre o che ne so una mignotta mezzanuda che ti fa dimenticare la solitudine del posto. Ma per me che è un posto dove la natura sgaulla..questo è per il Minx, la sensazione di rinascita e benessere non è un problema, anzi sono così poco propenso ai segni della civiltà occidentale che mi sento davvero bene! Il lago è..blu, no viola, violissimo o bo ma che ne so tutto cade a strapiombo in questo lago e dopo una boccia di vodka co tre finlandesi e un californiano dello Sri Lanka, tutto viene risucchiato nell' immensità del BAIKAL. O della vodka. Insomma, alcol più natura estrema è un binomio che non può durare troppo se nò finisci o poeta pazzo, o nel lago.

LA VIA PER IL BAIKAL

Quello che da noi si sa del lago Baikal, o almeno io sapevo del lago Baikal, ma solo perchè l' ho letto sulla guida e quà e là su internet è che è lungo circa 630 chilometri, si trova in Siberia, fa freddissimo tanto che d' inverno si ghiaccia al punto da attraversarlo con la macchina e che essendo profondissimo, milleeseicento metri contiene un terzo dell' acqua della terra..però è! ah, l'acqua è così pulita, che i russi se la bevono.. secondo me chi la beve è anche così matto da farci il bagno. Quello che non si sa del lago Baikal e dell' isola di Olkhon, dove sono stato io, è che per arrivarci dalla città più vicina Irkutsk ci si mettono 7 ore per fare 100 chilometri..con il taxi veloce. Con il pullman di linea, 9. Snervante. Tutto sta nel non pensare che tutto quel tempo rannicchiato in un pulmino sgangherato da undici persone serve a fare che ne so, Roma-Montalto? Via! arrivo tardi alla partenza del MARSHRUTKY perchè sono senza un rublo e devo cercare un bancomat che me ne da solo 4000, 100 euro. L' autista zoppo Ivan mi vede che arranco sotto lo zainone e agita il bastone per farsi vedere nella confusione della polverosa stazione degli autobus di Irkuts. Le prime tre ore, in ultima fila come a scuola con le due russe più brutte che ho visto fin' ora, sono ok e passano veloci a cercare di parlare russo io e italiano loro. Dopo la sosta all' autogrill..un casotto di legno nel niente che mi da pizza fritta ripiena di carne e cipolla, purè con polpetta sempre molto cipollosa accompagnato da ciai, perchè qua se non bevi il tè caldo è vietato digerire, e dopo aver visto il bagno turco, rigorosamentre esterno, più schifoso sporco ovunque fetido lercio e disgustosamente puzzolente che abbia mai visto tanto che le donne la fanno sul retro all' aperto, si riparte per l' allegra scampagnata in un paesaggio mozzafiato verdissimo e collinare in cui una strada a due corsie sale e scende e guizza veloce tra gli alberi. Le due russe autoctone di Irkutsk, quindi siberiane doc tanto simpatiche quanto brutte mi riempiono di domande, forse è la prima volta che vedono un italiano, ovviamente penso che sono lesbiche perchè co tutte le gnocche che ci sono in Russia, ma a ste due chi se le pja? oltretutto una ha dei bicipiti il doppio dei miei e vanno in vacanza tre giorni in tenda, romantiche sulla spiaggia. Le quattro ore successive: Off Road saltellante massimo massimo a trenta all'ora con la terra che satura l' aria nel pulmino. Chi tossisce chi respira coi fazzoletti e chi come l' autista evidentemente abituato si sfoga in rumorosi schiarimenti di gola che finiscono in sputazzi fuori dal finestrino. Gli alberi si perdono con il passare dei chilometri lasciando una giallastra steppa bruciata dal gelo che fa meno trenta gradi per sei mesi l'anno. Vacche magre e cavalli liberi cercano qualche filo verde e di tanto in tanto incrociamo una vecchia lada scassata o un simpaticissimo sidecar anni bo, sessanta o settanta pilotato da mezzi mongoli in ciabatte. Fichissimo. Banchina del porto: tre macchine, due pulmini compreso il nostro aspettano il ritorno della chiatta che ci porterà all' isola Olkhon, a un chilometro. Scendo e un vento gelido mi fa capire che o metto pile e north face, o la faccio in quel chilometro di traversata. Che spettacolo, non c'è niente di niente, tutto si perde a vista d' occhio e tra il blu di sotto e il blu di sopra c'è un' arida striscia giallo verde di collinette. Sono le sei di pomeriggio, ancora un' ora e Olga mi ospiterà nella sua dacia.

venerdì 2 luglio 2010

L'ATTACCO DEI MIG

Percorro a passo lento il lungo ponte di un chilometro che attraversa il Yenisey nella cittadina industriale di Krasnoyarsk nella siberia centrale. Il piccolo bus n° 50 che dovrebbe portarmi alla base della seggiovia non passa mai quindi opto per un taxi; con disinvoltura mi affaccio al finestrino lato passeggero e dico -Skolka stoit do funiculyor?- il tassista mi fissa interdetto, -Cazzo questo non mi capisce, l'altra volta aveva funzionato quando dovevo raggiungere il "tzentr"..100 rubli ero riuscito a pagare- questo me ne scuce quattrocento, fanculo. Il tipo и alto e brutto, unto come un arancino sotto il sole d'agosto, un rumeno trapiantato in siberia chissа per quali strani motivi che guida come un pazzo superando cancelli e cancelletti a destra e a sinistra. La funicolare и fuori uso, -karashт! salgo a piedi! tanto sono solo 5 chilometri fino al punto di avvistamento dello Stolby..io sono un camminatore, un montanaro, questo ambiente anche se ostile e sconosciuto и il mio habitat!- Il fittissimo bosco popolato di pioppi e pini и fantastico, il verde domina su tutto e la felce inonda tutti gli spazi rimanenti rendendo davvero impervia la salita, allora mi tengo sulla piccola mulattiera sterrata, piщ esposta, piщ lunga ma decisamente piщ sicura, e non rischio di perdermi. Cammino in una foto di Ansel Adams, manciate di luce buttate quа e lа cadono tra i rami a dipingere un paesaggio fiabesco, mazzi di farfalle bianche e nere si alzano al mio passaggio salutandomi contente, poi, nel silenzio del sottobosco un lontano ronzio lassщ da qualche parte nel cielo mi allerta... "WwWwdddZZZzzzzzwwwoooouusshhhHH!!!!" -Cazzo i russi! erano due maledetti MIG mi hanno intercettato vogliono eliminarmi!- Li sento ma non li vedo, -Bastardi..eccoli che tornano!- Sono giganti tutti rossi con occhi enormi e continuano a orbitarmi in traiettorie casuali intorno a lla testa tentando ogni volta una manovra di atterraggio. Io rispondo al fuoco, cerco di colpirli un po' schifato con le mani e nei momenti critici mi dimeno come un pazzo tipo danza della pioggia..-Meno male che nonc'и nessuno che mi vede- penso guardando circospetto all' indietro con la coda dell'occhio,-questo parco и davvero poco frequentato- Dopo la scena ridicola passo al contrattacco: impugno il mio safi blu, una sciarpetta leggera con cui copro il collo nelle giornate ventose o avvolgo la macchina fotografica nello zaino. -Se continua cosм ci metto il doppio a salire e faccio pure una fatica boia! Questi mosconi di merda devono morire tutti..- Tornano all' attacco ma io sventolo l' arma sopra la testa cercando di intercettarli -AAHhh! vi stermino MIG del cazzo!- Grondo sudore misto ad autan in cui in modo previdente ma evidentemente poco efficace mi ero immerso prima; uno mi и atterrato sul petto e mi scompone con quegli occhi caleidoscopici e iniettati di sangue. Io, immobile, lo fisso per vedere se и veramente cosм pericoloso e di piщ, se и dotato di pungiglione -Mi sa che sei innocuo ma mi fai schifo lo stesso. Tiи!- Lo schicchero a due metri di distanza e stramazza nella ghiaia. -Sono invincibile- Mi calmo un po' e arrivo in quota, il bosco и sempre piщ fitto, l' aria fresca e rarefatta -qui non ci arrivate и?- mi dico compiaciuto. Arrivo al punto di osservazione e sotto di me a strapiombo si estende una natura incontaminata di bosco, orsi selvaggi e agenti del KGB che studiano l' attacco per il mio ritorno. -Grandioso, sono in cima e mi sento a casa, un po come sul piccolo Cir a fine agosto, peccato che le scarpette da arrampicata l' ho lasciate all' aeroporto visto che lo zaino superava i venti chili.. -Cojone! mica te sei portato da magnа! e sт pure le tre, fancuore!- Oltretutto due gocce mi allarmano, tempo cinque minuti e il temporale и su di me e mi accompagna durante la discesa finchи..BBBBBucio de culo! non incontro quelli del soccorso col pulmino che avendo pietа di me mi caricano e forse deridendomi un po' tanto chi li capisce, mi scaricano in cittа. Li ripago con birra e cioccolata comprata durante il tragitto e, tra rutti e una puzza di sudore davvero malefica mi sento come un ferito trasportato dai compagni all' ospedale da campo. Sfinito mi addormento nel lettone del miglior albergo della cittа, soddisfatto di aver almeno vinto la battaglia.